lunedì 30 settembre 2013

Acqua: un passo in avanti nella conoscenza delle sue proprietà



L’acqua è una sostanza di vitale importanza non solo per noi esseri umani, ma anche per tutti gli altri esseri viventi del nostro pianeta, e per questo è il liquido più studiato. E’ composta da soli tre atomi, uno di ossigeno (con una parziale carica negativa) al quale sono legati due atomi di idrogeno (con una parziale carica positiva). Nonostante la sua apparente semplicità e il fatto che sia il liquido più studiato, risulta essere anche quello meno compreso. Mostra anomalie che vanno contro il senso comune come, ad esempio, il fatto che l’acqua a 4°C sia più densa dell’acqua rispetto al ghiaccio (il che permette il protrarsi della vita sotto i laghi ghiacciati).
La complessità intrinseca dell’acqua è dovuta alla creazione di un network di legami a idrogeno che legano l’atomo di idrogeno di una molecola con quello di ossigeno di una molecola vicina. La formazione di questi legami, però, non è unica. Ogni istante i legami si rompono e se ne formano altri, creando un network in continuo movimento ed estremamente difficile da modellizzare.
Una caratteristica poco nota dell’acqua è che può esistere in forma liquida anche al di sotto del punto di congelamento, cioè sotto gli 0° C. Questo tipo di acqua viene detta superfredda ed è ottenuta ad alte pressioni. Nel 1992 uno studio teorico basato su simulazioni numeriche [1] propose l’esistenza, a circa -30°C, di quello che viene chiamato punto critico, ovvero un punto in cui l’acqua liquida esiste in due forme: una ad alta densità (in cui le molecole sono cioè vicine tra loro) ed una a bassa densità (in cui le molecole sono lontane). Per vent’anni l’esistenza o meno di questi due liquidi in coesistenza di fase è stata studiata sia teoricamente (tramite simulazioni numeriche e formulazioni di nuovi modelli termodinamici, ottenendo risultati contrastanti) sia sperimentalmente, ma gli esperimenti non sono mai riusciti a fare reale chiarezza per difficoltà tecniche.
Solo recentemente [2] è stato sviluppato un metodo sperimentale che ha consentito ricercatori dell’Università di Firenze e del LENS (l’European Lab for Non-Linear Spectroscopy) di raggiungere le condizioni di lavoro richieste e di osservare che, effettivamente, l’acqua superfredda esiste in due forme che sono in coesistenza ed in equilibrio con il ghiaccio.
[1] P. H. Poole, F. Sciortino, U. Essmann and H. E. Stanley, Nature, 360, 324 (1992).
[2] A. Tashin, P. Bartolini, R. Eramo, R. Righini and R. Torre, Nature Comm, 4, 2041 (2013)

di Fausto Martelli

lunedì 23 settembre 2013

A SCUOLA SI BEVE ACQUA DI RUBINETTO

L’amministrazione comunale di Pollenza, in provincia di Macerata, ha lanciato la campagna “Acqua del rubinetto a scuola”. E non è l’unico caso. Stanno aumentando le iniziative per promuovere l’uso dell’acqua del rubinetto. 
Il perché è logico, semplice ma mai banale: fa bene all’ambiente, alle tasche, e anche alla salute.  Secondo una nuova ricerca condotta da un gruppo di medici svizzeri, è mediamente più sicura per la salute di quella in bottiglia.


Nelle 4 mense delle scuole di Pollenza, (per un totale di oltre 33mila pasti all’anno), da ora in poi,  si berrà acqua proveniente dall’acquedotto. L’iniziativa del Comune permetterà di risparmiare ben 50mila bottiglie di plastica all’anno, pari a circa 1.5 tonnellate. Una carta vincente nel percorso di riduzione dei rifiuti intrapreso dall’amministrazione, e un ottimo spunto per educare i più giovani rispetto a un bene comune tanto prezioso e alla sostenibilità ambientale. Il circolo è virtuoso: più persone bevono acqua da casa, più le amministrazioni saranno stimolate a mantenere alti gli standard dei controlli e della qualità. Il caso di Pollenza non è unico: sono sempre di più gli istituti scolastici che decidono di abolire l'acqua in bottiglia dalle proprie mense e proporre quella a km zero.

DALLA BOTTIGLIA AL RUBINETTO - Gli italiani sono i più grandi consumatori europei d’acqua in bottiglia, con una media di 188 litri di acqua imbottigliata procapite consumata nel 2011. Qualcosa sta cambiando. A iniziative e campagne contro lo spreco dell’acqua, si aggiungono sempre più quelle che promuovono il suo utilizzo numero uno: berla, e dal rubinetto. Riscoprire il valore dell’acqua di casa come fonte buona e sostenibile. Proprio ieri è uscito «In buone acque», il nuovo dossier di Hera –azienda leader nei servizi idrici, ambientali e energetici - sulla qualità dell’acqua potabile distribuita a oltre 3 milioni di cittadini, sottoposta a 900 analisi al giorno.Scaricabile online distribuito nelle scuole che collaborano con la multiservizi nei progetti di educazione ambientale, mira a informare e sensibilizzare le famiglie all’uso di acqua del rubinetto. Dal 2005 al 2012 la percentuale di cittadini che la beve è cresciuta, passando dal 47al 54 percento. Nella ricerca svolta dall'azienda, il 33 percento degli intervistati beveva solo acqua del rubinetto nel 2012, mentre il 21 percento l’accompagnava alla minerale. I vantaggi di bere l’acqua di casa sono sicuramente ambientali: come fa notare Acqua Italia(federata ad Anima - Confindustria), un kg di Pet (25 bottiglie da 1,5 litri) consuma 2 kg si petrolio e 17,5 litri d'acqua e rilascia poi nell'atmosfera 40g di idrocarburi, 25g di ossidi di zolfo, 20g di ossidi d'azoto, 18g di monossido di carbonio, 2,3 kg di anidride carbonica, gas responsabile dell'effetto serra. I vantaggi sono anche economici: secondo Hera, nel 2012 il costo di 1.000 litri d'acqua del rubinetto è stato di 1,62 euro, mentre l'equivalente quantitativo d'acqua in bottiglia è costato 300 euro: in media l’acqua del rubinetto costa dalle 300 alle 1.000 volte meno di quella in bottiglia . Infine, a beneficiarne è anche la salute.

TUTTA SALUTE! - Una nuova ricerca scientifica realizzata da un gruppo di medici svizzeri ha ravvivato le preoccupazioni riguardo alla qualità dell’acqua in bottiglia, dimostrando come bere quella del rubinetto sia più sicuro dal punto di vista della salute. Lo studio, realizzato da Médecins en faveur de l’Environnement e Pingwin Planet, ha testato l’acqua di dieci grandi marche, rilevando che una bottiglia su due era contaminata. Due in particolare risultavano pesantemente contaminate: secondo i medici, l’acqua delle bottiglie di Badoit (prodotta da Danone) conteneva 16,299 nanogrammi per litro di idrossitoluene butilato, un additivo alimentare (siglato E321), in quantità oltre tre volte superiore a quella consentita dalla legislazione svizzera. Sorprendentemente, è risultata l’acqua in bottiglie di vetro a ottenere i punteggi peggiori, un fatto che potrebbe essere spiegato dai residui del processo di riciclaggio. Le conclusioni dello studio sono state contestate dall’industria dell’acqua in bottiglia, ma confermano altre ricerche analoghe condotte in precedenza sia in Svizzera che in altri Paesi: l’acqua del rubinetto è generalmente più pura e sottoposta a controlli più rigorosi di quella in bottiglia. Finalmente, un bene di tutti che fa bene a tutto.

Fonte: Corriere della Sera 

giovedì 19 settembre 2013

Europe's water in danger

Riportiamo un articolo di Dave Keating in cui si descrive lo stato di pericolo in cui versano le acque dei bacini idrici europei

Report says that member states will miss target.
Half of the EU's river basins will be affected by water scarcity and stress by 2030 if action is not taken soon, according to a report to be published next week. Despite ambitious goals set in 2000 aimed at safeguarding Europe's water, member states look like failing to meet a 2015 restoration deadline.
The ‘water blueprint' that is to be published on Wednesday (14 November) examines progress in member states' implementation of the landmark Water Framework Directive. According to a draft seen by European Voice, the Commission is ruling out new legislation apart from a proposal to relax standards for water re-use.
Instead, the paper urges, performance must be improved by better implementation and enforcement. For instance, zones designated as vulnerable to nitrates should be expanded. Cross-compliance requirements, as proposed by the Commission in its reform of the Common Agricultural Policy (CAP), would encourage better performance.

Action plans

Member states were required to submit river-basin management plans to the Commission by December 2009, outlining action to restore freshwater sites to good ecological status by 2015. Based on information provided, the Commission estimates that only 43% of sites are in shape today, and only 53% will be by 2015.
Many member states failed to draw up the plans in time. The worst offender was Spain, which still has no plans for 19 of its 25 river basins. Earlier this month, the European Court of Justice condemned Spain for not meeting the requirements of the directive.
The blueprint is non-committal on the controversial issues of water-pricing and water-efficiency. In July, the European Parliament approved a resolution calling for water-metering to be made binding across the EU, taking social issues into account. But campaign groups such as Food and Water Europe oppose pricing, which they view as the commoditisation of an essential resource.
Austrian centre-right MEP Richard Seeber, who drafted the resolution on metering and heads the Parliament's water group, said he wants to see the Commission take a tougher stance on the lack of data on water status. “There is a huge difference between member states on the availability and soundness of the data,” he said.
The most widespread pressure on water sites in the EU is modification through dams, hydropower or drainage for agriculture. This affects 40% of EU water bodies spread through 19 countries. The second most common problem is over-extraction.
The draft text envisages no new funding for the European Innovation Partnership for Water, which instead must draw from existing funding. This will come as a disappointment to water campaigners.
The blueprint will be presented – along with a fitness check on Europe's water and a water report by the European Environment Agency – at an event in the Parliament on Wednesday. The blueprint will be officially launched at a water conference in Cyprus on 26-27 November.

7° FESTIVAL DELLA BIODIVERSITÀ - giovedì 19 settembre - Milano

7° FESTIVAL DELLA BIODIVERSITÀ
 
GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE - ORE 21.00 - presso CASCINA CENTRO PARCO - Via Clerici 150 - Sesto San Giovanni - MILANO


L’acqua è un bene fondamentale per la nostra sopravvivenza eppure è una risorsa limitata.
Per questo, il  consumo di acqua ed il suo approvvigionamento corretto, possono non solo fare la differenza per la salute dell'ambiente ma anche determinare il futuro che ci attende. 
Il rischio di una risorsa destinata all'esaurimento è più che reale.
L'acqua dal rubinetto, ad esempio, "è data per scontata nella sua presenza apparentemente discreta, ovvia, anche neutrale, come se fosse una risorsa inesauribile. Tuttavia oggi è sempre più chiaro che 
questo tema si intreccia ai contesti di conflitto, di disuguaglianza e di scarsità, tanto da porsi come una delle 
questioni cruciali per la sostenibilità del nostro Pianeta".
Un tema, quello dell'acqua, che deve essere la priorità assoluta per i governi delle Nazioni.


"Quanta acqua io effettivamente consumo? Quest’acqua che io consumo da dove proviene? Le risposte non
sono così immediate come potrebbe sembrare, perché tutti preleviamo e muoviamo acqua"
see more at - http://www.festivalbiodiversita.it/public/Evento_13/Evento_Incontri_67_File1.pdf

ACQUA PUBBLICA: quasi due milioni di firme raccolte per l'Europa

In 13 paesi dell’Unione Europea - Austria, Belgio, Finlandia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e Ungheria - sono state raccolte quasi 2 milioni di firme attraverso l'ICE (iniziativa cittadini europei) per l'acqua pubblica.
La raccolta firme in Italia è stata promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e Cgil – Funzione Pubblica.

  
Dopo i referendum di due anni fa, un altro segnale forte, che oltrepassa le frontiere nazionali e che porta di fronte alle Istituzione dell'U.E., la volontà di una gestione del settore idrico fuori dal mercato e dalle logiche di profitto, da parte dei cittadini comunitari.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua attende ora la risposta positiva della Commissione Europea, che dovrà esaminare le richieste provenienti dall’ Ice all’inizio del prossimo anno e continuerà a seguire "l’evoluzione di quest’importante iniziativa con le necessarie forme di pressione e mobilitazione".

lunedì 16 settembre 2013

DISCARICA ABUSIVA DI ETERNIT SUL PIAVE, CACCIA AGLI ECO-CRMINALI


Sembra non esserci pace per il Piave, fiume veneto per eccellenza, memoria storica della Grande Guerra, che in questi anni è stato vessato dai problemi relativi alle cave, alle centrali idroelettriche e alla scarsità di acqua ormai perenne.
Durante l'opera di ripulitura del greto del fiume, è stata scoperta dai volontari una discarica abusiva di cemento ed eternit, quintali di detriti, abbandonati in località Salgareda.
Sul posto è intervenuta la polizia locale che ha recintato l'area in attesa della bonifica: è in corso in queste ore un'indagine per scoprire i responsabili dell'inquinamento.
Ma non solo eternit. Nel corso delle operazioni di pulizia i volontari hanno raccolto almeno una trentina di sacchi con ogni genere di rifiuto: vasche di plastica, metallo e perfino bombole di gas.

Convegno "Gli Anfibi: Attività di conservazione dalla provincia di Treviso all'Unione Europea" - 20 Settembre 2013.

Il 20 settembre 2013, dalle 9.30 e alle 12.30, si terrà il convegno Gli AnfibiAttività di conservazione dalla provincia di Treviso all'Unione Europea. 



L'evento è previsto presso la Sede della Provincia di Treviso in Via Cal di Breda 116 
Verranno presentati i risultati di uno studio riguardante gli anfibi del Trevigiano e in particolare le problematiche relative alla mortalità stradale, illustrando anche le iniziative messe in campo dal 2003 ad oggi.


Il Convegno sarà soprattutto una grande occasione per avere come ospiti due profondi conoscitori degli Anfibi: la dott.ssa Anna Rita Di Cerbo, della Stazione Sperimentale Regionale per lo Studio e Conservazione degli Anfibi in Lombardia - Lago di Endine, illustrerà alcuni progetti realizzati in Italia; mentre il dott. Lars Briggs della società Amphi Consult mostrerà alcuni esempi di progetti realizzati soprattutto in Danimarca e Polonia.
Con l'occasione verrà anche presentata la mostra itinerante sugli anfibi della provincia di Treviso. 


Per motivi logistici, chi intende partecipare è pregato di comunicare entro il 15 settembre il proprio nominativo a sosanfibi@gmail.com.


Si prega di dare massima diffusione all'evento.

RICICLO DELL'ACQUA PIOVANA PER USI DOMESTICI

L’idea è quella di sfruttare l’acqua piovana per coprire quasi la metà, del fabbisogno idrico domestico.
Notevoli sarebbero i vantaggi economici, con una riduzione dei costi di smaltimento e di depurazione delle acque.
Vari invece, sarebbero gli usi: ad esempio, l’irrigazione del giardino e l’igiene domestica, come la pulizia dei sanitari, lavatrice e lavastoviglie che durerebbero di più, poiché si utilizzerebbe acqua meno ricca di calcare. 

Per creare un impianto di raccolta d’acqua piovana, si può sfruttare la pendenza del tetto della casa: l’acqua piovana verrebbe fatta confluire in un apposito serbatoio di raccolta attraverso la grondaia, come si faceva a Venezia, con il sistema dei pozzi prima degli acquedotti; Ovviamente con le nuove tecnologie avremmo una acqua di miglior qualità rispetto all'epoca moderna.

L’acqua, infatti, subirebbe un primo processo di filtrazione, prima di venire convogliata in un secondo serbatoio e qui sottoposto al secondo processo di purificazione, mediante decantazione per eliminare batteri e sostanze nocive. A questo punto l’acqua sarebbe pronta per venire inserita nel sistema esistente di tubature.

Ovviamente, un impianto simile deve essere bene studiato e progettato, sia da un punto di vista strutturale che di impatto visivo: 1)innanzitutto, bisogna valutare la quantità media delle precipitazioni che differiscono per aree geografiche
2)poi, valutare la quantità d’acqua consumata in casa
3)Sarà molto importante affrontare l’impatto visivo, visto la difficoltà in Italia di installare determinati impianti, nonostante i benefici ambientali ed economici

Per quanto riguarda il costo, un impianto completo dovrebbe costare intorno agli 800 euro. ma l'investimento iniziale verrebbe ammortizzato dal risparmio sui costi di smaltimento e di depurazione delle acque che riguardano l’acquedotto.

Fonte: Tuttogreen